Notizie dal web

GDPR armonizzato con la normativa italiana: periodo transitorio di 8 mesi

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Nelle scorse settimane abbiamo ripetutamente posto sotto la lente quanto previsto dal GDPR, il regolamento generale sulla protezione dei dati che ha iniziato ad avere piena efficacia in tutti i Paesi dell'Unione Europea (e anche oltre visti gli adempimenti a carico delle società straniere che trattano i dati dei cittadini europei) lo scorso 25 maggio.

Il Consiglio dei Ministri ha però approvato ieri sera, in via definitiva, uno schema di decreto legislativo che ha come fine quello di armonizzare le vigenti normative italiane con il GDPR.


In altre parole, il provvedimento ministeriale non cambia una virgola di quanto disposto del GDPR (e non avrebbe neppure titolo per farlo): vedere GDPR: entra in vigore il nuovo regolamento sulla privacy.
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Attivare e visualizzare le notifiche di Chrome in Windows 10

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Alcuni tra gli utenti che hanno da poco aggiornato Chrome alla versione 68 su Windows 10 si saranno certamente accorti del supporto per le notifiche di sistema. Il browser di Google è da oggi capace di mostrare messaggi di notifica interfacciandosi con Windows 10 e, in particolare, con il Centro notifiche.

Come confermato dai tecnici di Google, tuttavia, la nuova funzionalità è in corso di graduale attivazione per gli utenti di Windows 10: alcuni utenti potrebbero quindi già vedere comparire le notifiche di Chrome mentre altri non ancora (circa la metà del totale).


Le notifiche prodotte da Chrome compariranno di default nell'angolo inferiore destro, esattamente come accade nel caso delle altre applicazioni.
Cliccando con il tasto destro sull'icona del Centro notifiche, gli utenti di Windows 10 possono attivare l'Assistente notifiche e decidere di ricevere solo i messaggi ad elevata priorità.
Digitando Impostazioni assistente notifiche nella casella di ricerca di Windows 10 si potrà regolare in profondità il comportamento del Centro notifiche del sistema operativo.

Nel caso in cui si volesse forzare l'attivazione o la disattivazione delle notifiche di Chrome in Windows 10 basta digitare chrome://flags/#enable-native-notifications nella barra degli indirizzi, scegliere Enabled o Disabled dal menu a tendina Enable native notifications e acconsentire al riavvio del browser..
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Modificare i messaggi WhatsApp all'interno dei gruppi è possibile

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Con oltre 1 miliardo di utenti e oltre 60 miliardi di messaggi smistati ogni giorno WhatsApp ha cominciato a evidenziare qualche problema con la diffusione delle cosiddette 'fake news', notizie fasulle che nel client di messaggistica istantanea di proprietà di Facebook hanno trovato terreno fertile per proliferare: Fake news: cosa sono, come riconoscerle e perché sono diventate un problema. Tanto che i tecnici di WhatsApp hanno dovuto imporre dei limiti per l'inoltro di messaggi contraddistinti da particolari caratteristiche, simili a quelle proprie delle fake news.

I tecnici di Check Point hanno lanciato l'allarme dopo la scoperta di una lacuna di WhatsApp che permetterebbe una propagazione ancora più rapida delle fake news.


Gli esperti dell'azienda israeliana produttrice di dispositivi di rete e software, specializzata in prodotti relativi alla sicurezza quali firewall e VPN, hanno accertato che un utente malintenzionato, partecipante a un qualunque gruppo WhatsApp, può modificare i messaggi altrui e citarli 'mettendo in bocca' altrui, o meglio nei 'polpastrelli' di altri utenti, parole mai pronunciate.
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Come creare account Microsoft e quando preferire un account locale

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Con Windows 8.1 e Windows 10, Microsoft ha iniziato a spingere sulla sostituzione degli account locali con gli account Microsoft.

Creare un account Microsoft offre la possibilità di legare l'account utente che si utilizza in Windows 8.1 o Windows 10 con il cloud.
Effettuando il login in Windows con un account Microsoft:

- Sarà possibile attivare sin da subito la sincronizzazione del contenuto delle cartelle Documenti, Immagini, Download e così via con il servizio OneDrive.
Anche in Windows 10, comunque, il client OneDrive integrato nel sistema può essere utilizzato pur con un account utente locale (basta indicare le credenziali d'accesso a un account Microsoft).
- Le impostazioni del sistema operativo saranno conservate sui server Microsoft e verranno automaticamente ripristinate, ad esempio, al momento della reinstallazione di Windows (si pensi allo sfondo e alle icone del desktop, al tema prescelto e così via).
- Si potrà utilizzare la funzione che permette di individuare la posizione di un dispositivo perso oppure rubato (accessibile cliccando qui; vedere anche Rintracciare il portatile rubato, alcuni suggerimenti).
- Accedere direttamente all'account di posta Outlook.com e sincronizzare i propri impegni con il calendario di Outlook (vedere Configurare posta in Windows 10 con l'app di sistema).
- Nel caso in cui si fosse aggiornato a Windows 10 partendo da Windows 7 o Windows 8.1 (è ancora possibile farlo, gratuitamente: Aggiornare a Windows 10 è ancora possibile senza sborsare un centesimo), l'utilizzo di un account Microsoft permetterà di legare il diritto digitale (o 'licenza digitale') a tale account.
In questo modo, sarà più facile ripristinare Windows 10 e attivare il sistema operativo, ad esempio, in seguito ad una importante modifica della configurazione hardware: Come attivare Windows 10 dopo il cambio dell'hardware.

L'utilizzo di un account locale è invece consigliato quando non si vogliono caricare i propri dati sul cloud di Microsoft e si preferisce mantenere tutte le informazioni personali sul sistema in uso.

Come scoprire se si sta usando un account Microsoft o locale

Per sapere, a colpo d'occhio, se si sta utilizzando un account Microsoft o un account locale, è sufficiente digitare Gestisci il tuo account nella casella di ricerca di Windows.

Nel caso in cui si accedesse con un account Microsoft, sotto il proprio nome apparirà l'indirizzo email associato a tale account e il link Gestisci il mio account Microsoft.


Viceversa, apparirà l'indicazione Account locale e il link Accedi con un account Microsoft.

Creare account Microsoft

Creare un account Microsoft da usare anche in Windows 8.1 o in Windows 10 è molto semplice: basta visitare questa pagina oppure fare clic su Accedi con un account Microsoft per convertire un account locale in account Microsoft.

La schermata successiva, nel caso in cui non si possedesse un account Microsoft, permetterà di crearne uno facendo clic sul link Crearne uno ora.


Dopo aver trasformato un account locale in un account Microsoft, la password precedentemente usata per accedere a WIndows non sarà più valida e bisognerà digitare quella dell'account Microsoft.
La password dell'account Microsoft deve essere scelta sempre in modo ragionato: la password deve essere lunga e complessa.

Per evitare di dover digitare, ogni volta, tale password, è possibile configurare l'accesso mediante password grafica, Windows Hello (ove disponibile una videocamera compatibile o un lettore di impronte digitali) oppure un comodo PIN: Il PIN di Windows 10 è sicuro?.
Per impostare le modalità di accesso a Windows alternative all'inserimento della password, è sufficiente digitare Opzioni di accesso nella casella di ricerca.

Anche per accedere alle risorse condivise dall'utente che utilizza un account Microsoft, da altre workstation collegate in rete locale, bisognerà indicare la password di tale account.
Per questo tipo di attività, suggeriamo di creare sempre un account locale.
Nell'articolo Condividere file e cartelle in Windows 10 abbiamo spiegato i passaggi da seguire.

Ovviamente, è possibile trasformare un account Microsoft in un account locale.
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Ripristino configurazione di sistema esiste ancora: come funziona

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Windows 10 punta tutto sulla funzionalità Reimposta il PC tanto che il buon vecchio Ripristino configurazione di sistema, spesso, non è neppure attivo.
Eppure, sin dai tempi di Windows XP e, prima ancora, di Windows 2000, Ripristino configurazione di sistema è una funzionalità utile per annullare gli effetti dell'installazione di un nuovo driver, di un'applicazione oppure di un intervento tecnico maldestro.

Ripristino configurazione di sistema consente di creare dei 'punti di ripristino', salvagente che danno modo di riportare Windows a un precedente stato certamente funzionante.
Ciascun 'punto di ripristino' contiene infatti file di sistema di Windows, file dei programmi, impostazioni del registro, informazioni sui driver installati.
Un nuovo punto di ripristino può essere creato manualmente ogniqualvolta lo si ritenga opportuno anche se Windows provvede alla creazione di un punto di ripristino all'installazione di un nuovo software/driver, prima di applicare un aggiornamento scaricato attraverso Windows Update o comunque a cadenza settimanale.

Ripristino configurazione di sistema ha qualche effetto sui file personali?

L'utilizzo dell'utilità Ripristino configurazione di sistema non ha nulla a che vedere con l'effettuazione e il ripristino di backup del contenuto del sistema.

L'utilità non salva nei suoi punti di ripristino alcun file personale degli utenti (non è un'utility di backup!...) e, di conseguenza, non sovrascrive nessuno di tali elementi nel caso in cui si decidesse di recuperare un precedente punto di ripristino.

Come si comporta l'utilità Ripristino configurazione di sistema con le applicazioni installate?

Diametralmente opposto, invece, è il comportamento che viene tenuto da Ripristino configurazione di sistema nel caso delle applicazioni.

Qualunque applicazione installata dopo l'istante in cui viene creato un punto di ripristino verrà automaticamente disinstallata nel momento in cui lo stesso punto di ripristino sarà recuperato.

Le applicazioni, invece, che sono state disinstallate dopo la creazione del punto di ripristino verranno riportate in auge.
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Speed test di Google, come provarlo in anteprima

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Nei prossimi giorni Google porterà al debutto un pratico strumento per verificare la velocità della connessione Internet.
Lo speed test di Google sarà semplicissimo da avviare; non bisognerà più neppure visitare alcun sito web all'infuori del motore di ricerca.

Per avviare le verifiche, sarà sufficiente digitare speed test nella casella di ricerca di Google quindi cliccare sul pulsante che permette di eseguire la prova.
La velocità della connessione Internet sarà controllata sia per ciò che riguarda le prestazioni in downstream che per quelle in upstream. Inoltre, a differenza ad esempio del pratico test Fast.com (Misurare la velocità di connessione con Netflix), lo speed test di Google restituisce anche il valore di latenza in millisecondi rilevato.

Come provare lo speed test di Google

Per provare in anteprima lo speed test di Google, che al momento non è disponibile in italiano, è possibile seguire alcuni passaggi:


1) Visitare questa pagina e cliccare su Save per impostare l'inglese come lingua preferita.

2) Portarsi nella home page di google.com quindi fare clic su link Use Google.com in basso a destra.

3) Digitare speed test nella casella di ricerca di Google.

4) Fare clic su Run speed test.

Per evitare di ottenere risultati falsati, è importante effettuare lo speed test di Google quando nessuno dei sistemi collegati alla rete locale sta effettuando operazioni di download o upload.

Tipicamente, lo speed test di Google trasferisce circa 40 MB di dati (attenzione quindi ad eseguire spesso la prova sulle connessioni dati fornite dagli operatori di telefonia mobile…) ma con le connessioni più veloci potrebbero essere inviati e ricevuti quantitativi di dati superiori.

Per impostare di nuovo l'italiano come lingua preferita su Google, basta visitare questo link quindi fare clic su Salva..
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Backup WhatsApp su Google Drive, come funziona

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La funzione che permette di effettuare il backup di WhatsApp (conversazioni, foto, file vocali, video) su Google Drive aveva più volte fatto capolino nell'app di messaggistica istantanea ma non era mai stata annunciata in modo ufficiale.
La voce Backup delle chat, infatti, è ripetutamente scomparsa dalla sezione Chat e chiamate di WhatsApp con il rilascio delle varie versioni. La release di WhatsApp per Android attualmente pubblicata su Google Play, ad esempio, non permette di effettuare il backup dei messaggi e dei file multimediali.

Con un annuncio ufficiale da poco apparso sul blog aziendale di Google, è adesso la stessa società di Mountain View ha annunciare la piena compatibilità tra WhatsApp e Google Drive.


Per creare subito un backup di WhatsApp su Google Drive suggeriamo, ai possessori di un dispositivo mobile Android, di portarsi a questo indirizzo (sito ufficiale) e di scaricare ed installare la nuova versione 2.12.303 di WhatsApp.
La release 2.12.303 è al momento l'unica in circolazione a permettere il backup dei dati WhatsApp su Google Drive.

Dopo aver installato l'ultima versione di WhatsApp su Android, per creare il backup è sufficiente fare riferimento alla guida passo-passo pubblicata nell'articolo Backup WhatsApp: messaggi, chat, foto e video.

Il backup di WhatsApp non appare in Google Drive

Una volta utilizzata la funzione di backup di WhatsApp su Google Drive (menu Impostazioni, Chat e chiamate, Backup delle chat) e caricati i dati sul proprio account, si noteranno che gli stessi non appariranno nella schermata principale di Drive, a questo indirizzo.

Come chiarito anche nella guida di Google, ciò è assolutamente normale: il backup di WhatsApp sarà comunque salvato - in modalità nascosta - su Drive e ripristinabile tramite l'app in caso di necessità.


Allorquando si volessero eliminare tutti i dati WhatsApp dall'account Google Drive, si potrà fare clic sull'icona raffigurante un piccolo ingranaggio, selezionare Impostazioni, cliccare su Gestisci applicazioni, scorrere l'elenco fino ad individuare WhatsApp Messenger, scegliere Opzioni quindi Elimina dati nascosti dell'applicazione..
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Differenza tra rete pubblica e rete privata in Windows 10

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Quando si lavora con Windows 10 è bene avere ben chiara la differenza tra rete pubblica e rete privata. Diversamente rispetto, ad esempio, a quanto accadeva in Windows 7, cliccando sull'icona della traybar che indica la connessione di rete in uso, Windows 10 non informa - in maniera esplicita - sulla tipologia di collegamento che si sta utilizzando.

In Windows 7, cliccando sull'icona visualizzata nella traybar veniva esposta un'icona recante una indicazione della tipologia di connessione (rete aziendale, rete domestica o rete pubblica), per ciascuna delle interfacce di rete attive.

Nell'esempio in figura, un'interfaccia di rete è indicata come rete aziendale mentre l'altra come rete pubblica.

In Windows 10 non esiste più questa differenziazione e si parla soltanto di rete privata e rete pubblica.

Una connessione di rete deve essere sempre configurata come rete pubblica allorquando ci si collegasse a reti altrui, accessibili anche da altre persone.
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